Doping: la vendita di steroidi anabolizzanti esplode su Internet

Tutto era partito dal monitoraggio dei social network e di alcune piattaforme online di e-commerce. I centri di distribuzione della merce erano nelle province di Salermo, Lecce e Modena, ma il centro logistico del traffico sarebbe stata un piccolo Comune della provincia di Enna, Nissoria, dove vivono i fratelli Filippo e Andrea Sauro accusati di aver messo in piede la rete di rifornimento e vendita. A Salerno, invece è stato scoperto un laboratorio di confezionamento degli anabolizzanti, alcuni dei quali venivano assemblati in loco e marchiati. I carabinieri del comando provinciale di Asti, insieme ai colleghi del Nas di Alessandria, Asti, Cuneo, hanno sequestrato oltre 150 fiale e oltre 270 compresse di anabolizzanti ad effetto dopante, tutte provenienti dall’Europa dell’Est e solo in minima parte italiana.

  • L’assenza di profitto e la sola autolesione soggettiva di chi assume gli anabolizzanti vietati esclude il reato di ricettazione.
  • Ulteriori 5 persone di nazionalità italiana, destinatarie del medesimo decreto di perquisizione, sono state trovate in possesso di analoghe sostanze anabolizzanti e steroidi, a riprova della vendita illegale anche al di fuori dei confini dello Stato sammarinese.
  • I centri di distribuzione della merce erano nelle province di Salermo, Lecce e Modena, ma il centro logistico del traffico sarebbe stata un piccolo Comune della provincia di Enna, Nissoria, dove vivono i fratelli Filippo e Andrea Sauro accusati di aver messo in piede la rete di rifornimento e vendita.
  • Si rischiano sanzioni penali anche in caso di uso esclusivamente personale e fini meramente estetici?
  • Nella stessa circostanza, sono stati altresì rinvenuti e sottoposti a sequestro 300 mila euro in contanti, ritenuti il profitto dell’illecita attività di vendita.
  • Si tratta, come si può notare di una fattispecie molto meno grave rispetto alle precedenti (è più propriamente una contravvenzione e non un delitto), per la quale è peraltro ammessa l’oblazione, cioè la possibilità di pagare una somma di denaro (che estingue il reato trasformandolo in illecito amministrativo), prima dell’apertura del dibattimento o del decreto di condanna.

Premesso quanto sopra, in sostanza, le conseguenze dell’acquisto di sostanze vietate possono essere la sanzione penale per acquisto non autorizzato, e/o la sanzione penale per doping, e/o la sanzione penale per incauto acquisto di prodotti vietati o contraffatti. Il problema si pone spesso nella pratica poiché, dato che in alcuni Paesi (come il Regno Unito) la compravendita on line di medicinali è invece legale, ci si chiede se, qualora l’acquisto da parte del consumatore avvenga tramite un sito estero, debba applicarsi la legge dello Stato di provenienza del farmaco, ammettendone così “indirettamente” la legalità nel nostro Paese. Mentre il ciclismo è scosso dalle rivelazioni circa l’analisi di Laurent Jalabert che avrebbe fatto uso di doping nel Tour de France del 1998 , uno studio ha messo in evidenza che la fornitura di farmaci dopanti pericolose su Internet in rapida crescita. La società MarkMonitor, specializzata nella tutela dei marchi su Internet, ha scoperto che il numero di siti che promuovono la vendita di steroidi anabolizzanti hanno avuto un incremento del 35%. Nel retro del locale, in una zona centrale della città, sarebbero stati trovati, e poi sequestrati, medicinali e farmaci proibiti. Gli stessi che un altro trentenne palestrato albanese aveva nel suo armadietto per uso personale, ipotizzano i militari che lo hanno perquisito.

Doping: esplode la vendita su Internet

Tra gli imputati ci sono anche nutrizionisti, accusati di esercizio abusivo della professione sanitaria. Stando alle accuse, avrebbero dispensato terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti. L’INDAGINE È partita dopo un controllo sports360sports dei Nas ad un atleta, risultato poi positivo, dopo una gara di calcio disputata il 29 maggio del 2016. Al riguardo la Cassazione, di recente, ha chiarito che il “profitto” richiesto dalla norma indicata va ravvisato nella volontà di trarre un’utilità, un vantaggio dal doping durante una gara o competizione sportiva.

Gustav Klimt, la sua influenza sull’arte italiana

Gli steroidi anabolizzanti sono pensati in particolare per aiutarti a migliorare la resistenza e alleviare i muscoli dopo allenamenti pesanti. Devi aggiustare il tuo programma di dieta insieme ai tuoi programmi di allenamento e poi andare per gli integratori di steroidi anabolizzanti per ottenere risultati magici tutto in una volta. I due sono stati arrestati il 27 dicembre scorso in Austria, e nei loro confronti c’é già una richiesta di estradizione del Dipartimento di Giustizia Usa. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Bologna, in collaborazione con l’organismo europeo di assistenza giudiziaria, Eurojust, e con le forze dell’ordine di Austria, Slovenia, Francia, Inghilterra, Germania, Grecia e Islanda. In realtà, il divieto di importazione senza autorizzazione sembrerebbe riferirsi, per la maggioranza degli interpreti, soltanto ai rivenditori (per es. società e farmacisti) che acquistano medicinali senza autorizzazione per poi immetterli nel mercato italiano.

Vendita on line di anabolizzanti, sequestrati 490 siti internet

Sono stati originariamente prodotti per scopi medici, in modo da migliorare la formazione di pazienti molto deboli, ma sono stati utilizzati come Doping da parte degli atleti dal 1950. Essi consentono un rapido aumento della massa muscolare ma il prezzo da pagare sono i numerosi effetti collaterali, che vanno dall’acne alla calvizie alla sterilità e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e cancro. Grazie alla denominazione del prodotto e alla sua composizione chimica indicati sul sito di e-commerce è possibile controllare se lo stesso è nella lista del decreto e se costituisce una sostanza la cui assunzione è proibita; se vi rientra, il suo acquisto è illecito a meno che non sia giustificato da motivi patologici. L’indagine nazionale, che ha tracciato una delle reti italiane di spaccio di sostanze dopanti, è durata due anni ed era stata diretta dal sostituto procuratore Giovanni Romano, deceduto pochi mesi prima di vedere ultimato il suo lavoro.

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